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“Forse potevo. Versi e testi scelti” di Francesco Costantino
a cura di S. Torcasio, Illustrazioni di Jonas Clementoni, Mario Carbone

Nota critica

Scorrendo la raccolta di Francesco Costantino si potrebbe cadere in errore e pensare si tratti di un’opera omnia, nella stesura completa e definitiva.
In realtà il cammino di un artista è in continuo divenire. Il fuoco sacro conduce lungo gli
accadimenti della vita nel labirintico e sedimentato substrato interiore portando in superficie l’autenticità denudata.
Artista eclettico e versatile, tra tradizione e modernità, dalle molteplici sfaccettature,
caleidoscopico per contenuto, forma e stile.
Si presenta al lettore con delicatezza disarmante “Forse potevo”
Un “ forse ” malinconico, nostalgico. Un forse consapevole.
Forse potevo, avrei potuto fare.
L’interrogarsi, il mettersi in discussione, dà un segnale forte, è timbro di riflessione,
testimonianza del dubbio-risorsa, che apre la strada sottraendolo all’opinione comune e agli impulsi irrazionali, generando verità. E di verità e camminamenti pullula il testo.
Un testo che spazia e s’apre arricchendo di preziosità gli sconfinati orizzonti tematici.
Ricco di poesie profonde, esistenziali, amorose e amorevoli, ironiche, satiriche e di opere
pittoriche e scultoree. Gli stessi materiali, insoliti, animizzano l’oggetto in un progetto che utilizzando il recupero di scarti, volge a sottolinearne la valenza etica, estetica, ecologica.
Dall’etica dello scarto all’estetica della forma. In Francesco Costantino la ricerca, la tecnica, l’invenzione, l’estro creativo, forse sottovalutati. La materia si ri-crea, si trasforma, non muore, resta, come la sua parola poetica.
Tracce di un modus vivendi votato alla valorizzazione della sua mai sopita identità contadina, al suo essere ultimo tra gli ultimi, diseredati, soli, ma ricchi di dignità e valori.
Un cavaliere errante, un resistente, nel vuoto e pieno di slanci e idee, di sogni e voli.
Vasta e articolata la produzione poetica della quale cito un verso della poesia introduttiva
“ Poeta è solo un’aquila ferita “
Verso significativo, incisivo. Dal cuore ferito, dai naufragi e dalle perdite il poeta s’alza in canto. Attraverso la poesia sovrasta le umane meschinità.
Francesco Costantino si libera delle zavorre, abita le nubi, ma ha lavorato molto su se stesso. Dalla lontananza delle terrene cose, ha sublimato, eternato, la sua transumanza.

Mariangela Costantino